martedì 11 maggio 2010

La rotazione, la sovrapposizione, l'incastro

E' sufficiente che un fattore di instabilità incida, anche se leggermente, la regola vigente perchè la staticità dell'ordine esistente lasci il posto al dinamismo di un vero e proprio campo di forze. La semplice rotazione di un volume rispetto a una griglia di riferimento o la sovrapposizione e l'incastro di due forme, equivale a inserire nella stabilità della regola l'instabilità della deroga, nella staticità e nell'ordine il dinamismo e il mutamento.
Una rotazione di appena 3 gradi e mezzo permette a Richard Meier di instaurare nel Museo di Arti applicate di Francoforte un complesso gioco dialettico, in cui la trama dei percorsi principali si sovrappone al modulo regolare delle sale fino a intaccarle, a scardinare la geometria originaria. Un processo contemporaneamente di perdita della regolarità e di acquisizione di nuovi gradi di variabilità.










Una griglia regolare è la matrice geometrica della House III di Peter Eisenman, ma la rotazione di 45° fra la struttura e l'involucro provoca una serie di reazioni a catena fatte di compenetrazioni, sovrapposizioni e intersezioni che scardinano completamente l'unità iniziale.





















Se nel caso della House III le regole del gioco sono ancora in parte rintracciabili, quando alla rotazione si affianca un processo di stratificazioni multiple, di sottrazioni, slittamenti o traslazioni, come nel caso del College di Cincinnati (similitudine con gli Shift di Robert Smithson) tutto si complica a tal punto che non ha più senso voler rintracciare l'unità e la regola iniziale.


































Questo tipo di intersezione fra spazi geometrici regolari e trame sovrapposte di percorsi si ritrova, ricco di conseguenze e significati, anche nell'opera Shibuya Project di Tadao Ando che, non a caso, afferma: "la parola 'astratto' mi porta alla mente la serie degli Omaggi al quadrato dipinti da Josef Albers. La parola 'concreto' evoca nella mia mente le incisioni delle Carceri del piranesi. Incorporando una rete di percorsi in una forma geometrica semplice, celando il labirinto piranesiano con lo schematismo di Albers, ho tentato di esprimere la dualistica presenza dell'astratto e del concreto in architettura."

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